Trees and stones will teach you
what you cannot learn from masters

Il ristorante

Arroccato, insieme al piccolo borgo montano in cui è inserito, sul versante occidentale del Pratomagno, Pan di legno è un ristorante di montagna atipico, con le radici ben piantate nel suo territorio e la testa che invece gli frulla sempre altrove.
Per questo posto abbiamo voluto lavorare di recupero: di oggetti, di ingredienti, di storie. Ma anche di suggestioni lontane, provando a immaginare un futuro per noi e per questo posto. Perché non si può camminare in avanti con la testa continuamente voltata indietro, chiusi nella propria tradizione, ma neppure stabilire bene dove andare se non si studiano i percorsi già tracciati dagli altri.

La cucina

Dettata dai tempi della natura e dalle proposte dei produttori locali, la cucina del Pan di legno proprio non riesce a dimenticare le nostre origini e tutti i luoghi che abbiamo abitato.
Jody, che ha trascorso la sua vita nel Valdarno aretino, arriva dalla provincia piacentina ed io, Francesca, sono nata e cresciuta salentina. Per lavoro ho vissuto nell’Est francese e, negli ultimi anni, delle persone molto care mi hanno in qualche modo legata alla Germania. Ma nel profondo, uno di nascita, l’altra di desiderata adozione, siamo entrambi di cuore toscano.

La montagna

Le storie di questa montagna sono negli occhi della gente che se ne prende cura. Storie di boschi, di persone povere e industriose, di pietre squadrate a mano, di funghi, erbe selvatiche, bestie e sentieri che non esistono più.
Storie come quella del benestante figliolo del guardia e del “citto” del carbonaio senza terra che si intrecciano in un’amicizia che dura ancora. Storie di chi si è allontanato e poi è ritornato o dei giovani, sempre alla ricerca di qualcosa o di sé, finiti a incastonarsi fra queste rocce e questi boschi quasi per caso.
Le solite storie che oggi raccontano le montagne abbandonate, insomma, ciascuna coi suoi irripetibili dettagli.
«A sera la mi’ mamma la mi diceva:
Su, Jacopo, ’gnamo a casa, che ci si fa un polentino, ’un vorrai mica morir di fame!
Oh mamma, ma ’un si mangerà sempre castagne e acqua, dico io!
Eh, cittino mio, che tu mugoli o ch’un tu mugoli, quassù l’è sempre pan di legno e vin de’ nuvoli».

Chi siamo

Una salentina trapiantata in Toscana e un valdarnese mezzo piacentino. Prima di Pan di legno eravamo molte cose, ma, per la maggior parte delle nostre giornate, facevamo la linguista e il manutentore. Ci siamo incontrati in un bosco ai piedi dell’Amiata, dove abbiamo camminato insieme per un po’. Da quel giorno d’inverno non ci siamo più fermati. Ci è piaciuto andare senza mappe, fuori sentiero, solo per vedere dove si sbucava. Così che passo dietro passo siamo finiti in questa nuova vita.